Il mito di Prometeo si presta a essere interpretato anche come una rappresentazione
dell’apparato psichico dell’odierno soggetto di prestazione, il quale usa violenza a se stesso,
fa guerra a se stesso. Il soggetto di prestazione, che s’immagina libero, in realtà è incatenato
come prometeo. L’Aquila, la quale si ciba del suo fegato che ogni volta ricresce, è il suo alter
ego con cui egli è in guerra.
Così inteso, il rapporto tra Prometeo e l’aquila è una relazione
con il sé, un rapporto di auto-sfruttamento. Il dolore al fegato, di suo incapace dolore, è la
stanchezza. Prometeo viene colto così, come soggetto di auto-sfruttamneto, da una stanchezza
senza fine. Egli è l’archetipo della società della stanchezza.
Byung-Chul Han - da: La società della stanchezza.
"Il conflitto non esiste più al di fuori dell’individuo, ma assume le sembianze di una lotta interiore in cui siamo vittime e carnefici allo stesso tempo. La stanchezza evocata da Han è, perciò, ben diversa da quella che si respira nelle fabbriche o negli uffici di una compagnia assicurativa degli anni Sessanta: l’autosfruttamento, l’ingannevole bisogno di realizzarsi attraverso il lavoro, la frustrazione causata dal non raggiungimento degli obiettivi, e la debilitante necessità di sovrapporre l’Io alla singola prestazione, producono individui stanchi e depressi.
La cura, allora, si nasconderebbe proprio nella malattia del nostro tempo: la stanchezza, precisa Han, può diventare salvifica, laddove si riesca a trasformarla in riposo, in contemplazione, in rifiuto dell’azione faustiana, in vita activa nella sua accezione più alta e nobile).
Byung-Chul Han continua la sua precisa opera di decostruzione della contemporaneità e di svelamento degli inganni del mondo: e lo fa attraverso la forma asciutta e sintetica che caratterizza, talvolta, la certezza del pensiero. Ebbene, se questo brevissimo, ma immenso saggio, ha delle colpe, esse sono nascoste nel numero esiguo delle pagine (poco più di cento) e nell’aver deliberatamente trascurato tutto ciò che continua ad accadere al di fuori del conflitto interiore: i disagi dell’animal laborans, le istituzioni totali, il potere oppressivo del lavoro; e i C.C. Baxter che ogni giorno, ancora, timbrano il cartellino e provano sulla loro pelle cosa sia l’alienazione.
"
Tratto da: flaneri.com
Esiste una stanchezza dell’intelligenza astratta,
che è la più spaventosa delle stanchezze.
Non pesa come la stanchezza del corpo, né inquieta come
la stanchezza della conoscenza emotiva. È un peso della
coscienza del mondo, un non poter respirare con l’anima.
Fernando Pessoa
Le azioni utili a rafforzare il potere di scelta, sviluppare un sentimento consono al proprio valore, sono un viatico per nuove energie di vita.