Quando i ricordi ricorrenti sono fastidiosi

Lacrime e tempo sono due ingredienti fondamentali per dimenticare amori consunti.

Nella vita si fanno principalmente due cose: si cerca di lenire i dolori e favorire i piaceri. Accettando il dolore lo si attenua, non cercando il piacere lo si fa accadere.



"Se stai somatizzando la fine dell'amore con la depressione nessuno può far niente per te, a meno che tu non decida di risollevarti e tornare a vivere. Se ti trovi in questa situazione devi fare un atto di coraggio nei confronti di te stesso/a, accettare le tue responsabilità, perché di sicuro ne hai, e rinunciare a tentare di far sentire l'altro in colpa a causa del tuo stato. Forse riuscirai a creargli qualche problema, ma sarai tu a sacrificarti per primo/a e in misura maggiore. Accetta che la vita può essere anche questo e rialzati. Soprattutto impara a godere di quello che hai, senza guardare soltanto quello che manca.
Tratto da: Come rinascere dopo una fine di un amore - Paola Pompei


“I ricordi sono come i sogni: si interpretano” L. Longanesi.

Capita che ricordi emergano come "palloni" immersi in acqua, alla perdita di forza, energia, saltano... l'informazione che portano può essere considerata attendibile?
“I ricordi che abbiamo gli uni degli altri, anche nell’amore, non coincidono mai” Marcel Proust.

Studiosi della mente umana sostengono che una volta finita nell’oblio, l’origine dell'informazione, si trasforma; di conseguenza ci si lascia influenzare da affermazioni originariamente considerate poco credibili.
“La ricchezza della vita è fatta di ricordi, dimenticati” Cesare Pavese.

Come ogni autobiografia pubblicata, anche le narrazioni della nostra vita dovrebbero recare la dicitura – questa storia che racconto su me stesso è solo tratta da una storia vera. Sono in larga parte io stesso un frutto della mia ardente immaginazione. Gottschall

“La realtà non si forma che nella memoria” Marcel Proust

“Noi guardiamo alla nostra vita passata come a una serie di frammenti, perché quanto è mancato, fallito ci viene incontro per primo, sopravanzando nell’immaginazione quanto compiuto e riuscito” W. Goethe.